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    “Il disastro con Kosmos ha enormi conseguenze finanziarie sull’ITF”

    Coppa Davis

    Il tedesco Dietloff von Arnim, candidato alla presidenza dell’International Tennis Federation (ITF) ha parlato delle gravi conseguenze per l’organo massimo del tennis internazionale a seguito della disastrosa scelta di affidarsi alla società di Kosmos di Piqué per rilanciare la Coppa Davis e della clamorosa rottura dell’accordo pluriennale firmato solo nel 2018. In una breve intervista all’agenzia DPA, così ha parlato von Arnim: “Il disastro che abbiamo vissuto con Kosmos ha enormi conseguenze finanziarie per l’ITF. L’ITF versa in uno stato di crisi, ha dovuto sopportare un danno enorme, è un disastro multimilionario”.
    Il capo del tennis tedesco, da sempre fermo oppositore della decisione del governo dell’ITF di accettare la corte dell’ex stella del Barcellona, e oggi principale candidato contro la rielezione di David Haggerty (il prossimo settembre ci saranno le elezioni), chiede di “considerare molto attentamente cosa fare con il formato della Coppa Davis, fare tutto il possibile per creare un evento di successo sportivo perché solo con quello si potrà arrivare ad un rilancio e quindi successo finanziario”. “È un grande evento con un’immagine eccezionale, la riforma lo ha messo in grave difficoltà e non è piaciuta a nessuno”.
    L’ITF aveva venduto i diritti della Coppa Davis a Kosmos nel 2018 per 25 anni. La società di Piqué aveva scelto di cambiare il formato dell’evento con una nuova formula che ha scontentato quasi tutti e creato un buco finanziario gigantesco, visto che le cifre in ballo fin dal momento dell’accordo parevano inverosimili per una sostenibilità. All’inizio del 2023 la ITF, spinta da molte federazioni nazionali (tra cui la FFT) e dal mancato pagamento di quanto sottoscritto da parte di Kosmos, ha deciso di rompere il contratto iniziando una lunga causa. LEGGI TUTTO

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    Piquè torna sulla Davis: “Mi è costata qualche anno di vita, ma non era redditizia”

    Gerard Piqué

    Non è un gran periodo personale per Gerard Piqué. L’ex stella del Barcellona e della nazionale spagnola continua ad essere in prima pagina sui tabloid di tutto il globo per la rottura con la storica compagna, la famosissima cantante colombiana Shakira, mentre gli appassionati di tennis hanno legato il suo nome alla rivoluzione e poi fallimento della “nuova” Coppa Davis. Dopo la clamorosa rottura del contratto sottoscritto alcuni anni fa tra la società di Piqué Kosmos e l’ITF, che portò allo stravolgimento del format nel 2019, e con i legali di entrambe le parti al lavoro per fare valere i propri punti di vista, Piqué è tornato sull’argomento nel corso di un’intervista rilasciata al media iberico Rac1. Afferma che la situazione gli è costata molto sul piano personale, ma viste le perdite ingenti non era possibile proseguire. L’ex capitano del Barcellona ha assicurato di aver cercato di fare tutto il possibile da parte sua, ma che alla fine si andrà in tribunale visto che la ITF non ha voluto saperne di trovare un accordo.
    “Ho lasciato qualche anno di vita sulla faccenda, anche con una pandemia nel mezzo, ma abbiamo visto che il tutto non era redditizio e abbiamo liquidato il contratto perché non erano d’accordo a rinegoziarlo. Adesso andremo al processo e speriamo di trovare un accordo. Negoziare con le Federazioni non è facile, sono dirette da persone che non amano i cambiamenti, non vogliono toccare nulla e non amano lo sport. Invece o ti muovi o muori”.
    Una dichiarazione che butta ulteriore benzina sul fuoco di una vicenda complessa. Dal lato ITF tutto tace, è solo trapelato che i legali della federazione stanno preparando una causa milionaria vista la inadempienza di Kosmos sotto molti punti di vista (incluso il non aver pagato quanto dovuto alle federazioni e giocatori per l’edizione 2022, oltre al non aver onorato le rate dei debiti pregressi). Haggerty (presidente della federazione internazionale, all’ultimo anno di mandato) non si è sbilanciato sull’argomento, tanto che la sua ultima dichiarazione ufficiale risale allo scorso 8 marzo, quando in occasione della giornata mondiale della donna ha affermato “Il ruolo degli uomini non può essere sottovalutato. È nostro dovere e responsabilità elaborare il modo migliore per correggere lo squilibrio di genere” lanciando il progetto “ITF Advantage All”. LEGGI TUTTO

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    McEnroe: “La nuova Davis? Uno spettacolo triste”. Possibile il coinvolgimento di Tiriac dal 2024?

    Coppa Davis

    Il mondo del tennis continua ad interrogarsi sul futuro della Coppa Davis dopo la clamorosa (e pesante) rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos, con sicuri strascichi legali e la grande incertezza di quel che ne sarà della più antica competizione nazionale a squadre, per il 2023 e gli anni a venire. Visto che il Presidente dell’ITF David Haggerty aveva legato il suo mandato a questa scommessa evidentemente persa, e che la sua carica sarà rinnovata nella stagione, sembra scontato che la Davis 2023 si svolgerà col formato duramente criticato attualmente in vigore, e che la nuova dirigenza dell’ITF affronterà come prima emergenza un nuovo formato, nuove regole e, forse, un nuovo partner.
    È ancora troppo presto per stilare delle ipotesi, anche se uno dei possibili nuovi presidenti della federazione internazionale potrebbe essere Dietloff von Arnim, capo della Federtennis tedesca e da sempre oppositore della riforma “haggertiana” con la società di Piqué. In quel caso, sicuro un rinnovamento totale.
    C’è chi ipotizza per il rilancio dal 2024 un coinvolgimento di Ion Tiriac, vulcanico personaggio estremamente influente nel mondo del tennis, ex proprietario del torneo di Madrid e uno dei più feroci oppositori della svolta del 2019. Il rumeno infatti, commentando la nuova formula, ha affermato al New York Times: “Cambiando il format della Coppa Davis hanno rovinato 120 anni di tradizione. Dovrebbero essere condannati a vita per quello che hanno fatto. È uno scherzo e un peccato. Hanno rovinato il gioiello del tennis”. Tiriac negli anni ha dimostrato capacità organizzativa e visione. Certamente conosce il tennis come pochi altri essendo stato prima ottimo tennista (soprattutto in Davis, tra l’altro) e poi manager al massimo livello, quindi potrebbe essere un partner assai più affidabile di Kosmos per l’ITF per un rilancio o meglio contro rivoluzione. Tuttavia il parere e approvazione dei giocatori resta un fattore importante, anzi decisivo.
    Della vicenda se ne parla molto tra giocatori ed ex giocatori, oggi commentatori. Questo punto di vista di John McEnroe: “La questione Davis è pesante. Non so se dire che sono impressionato come sia finita, o solo decisamente depresso. Quando ero giovane la Davis era estremamente importante, sono stato incoraggiato a ottenere una borsa di studio da un’università per giocarla, mentre ora sembra che la competizione sia nei reparti per malati terminali. È incredibile come sia andata male la rivoluzione, ma non mi sorprende neanche un po’ perché ascolto storie assurde a riguardo da un paio d’anni, quindi non una è sorpresa che tutto sia fracassato”.
    “Abbiamo assistito a una sorta di mutilazione. È stato uno spettacolo molto triste. Ora ci sono altri eventi e la gente si rende conto che ci sono altre competizioni a squadre che sono molto importanti, tanto che la Davis sembra essere la meno considerata. Anche la Laver Cup è molto più interessante e seguita, e molto ben organizzata. È un vero happening, la Davis non lo è più. Ora hanno organizzato anche un evento in Australia (la United Cup), e ha funzionato bene. Ma adesso di queste competizioni a squadre ce ne sono troppe… Che l’accordo tra Kosmos e Davis sia saltato non mi sorprende affatto, perché non funzionava per nessuna delle due parti. È una cosa nata male e finita peggio”.
    Oltre al presidente della federazione francese, che per primo ha fatto trapelare la rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos, dicendosi contento e sollevato (“il tennis si riprende la Davis”, disse), ora arrivano diversi pareri contrari alla rivoluzione del 2019. Tra questi quello di Augustin Calleri, presidente della Federtennis argentina (ma eletto dopo il 2019), che ha dichiarato alla stampa del suo paese nei giorni scorsi: “Il cambio di formato della competizione non rappresenta il tennis. Tutti sapevano che Davis aveva bisogno di un cambiamento, ma c’era un altro modo per generare gli stessi soldi rispettando maggiormente le tradizioni. Sarebbe stato meglio aspettare ancora per votare una modifica e confrontarsi a fondo con le federazioni. Non c’era onestà o trasparenza quando è stata cambiata”. Un parere oggi condiviso da molti, ma è doveroso sottolineare che quando fu organizzata ad Orlando nel 2019 la riunione tra Haggerty e i rappresentanti della maggior parte delle federazioni proponendo il cambiamento, i voti favorevoli alla rivoluzione furono schiaccianti… Sicuramente promesse poi non mantenute, ma anche miopia e scarsa visione per quel che ne sarebbe stato della “povera” Davis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Piqué contrattacca: Kosmos intende portare l’ITF di fronte al TAS e chiede milioni di euro di danni

    La coppa Davis (foto Getty Images)

    Il conflitto tra Kosmos e l’International Tennis Federation (ITF) si inasprisce. Dopo le indiscrezioni secondo le quali l’ITF sta preparando una causa contro la società della stella del Barcellona Gerard Piqué, adesso trapela che a sua volta Kosmos ha deciso di intentare causa contro l’ente con cui fino a poco tempo fa era alleata nell’organizzazione della Coppa Davis. Kosmos intende portare le proprie ragioni di fronte al TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport con sede a Losanna (Svizzera). Il contratto tra le parti è stato rotto poche settimane fa, e Kosmos ritiene che ci sia stata una violazione a proprio sfavore. L’intenzione è di chiedere un risarcimento milionario per spese legali, per danno di immagine e per la rottura unilaterale del contratto da parte dell’ITF.
    Il dissidio tra le parti è sorto a causa dell’importo che Kosmos doveva versare alla Federazione internazionale a titolo di compenso organizzativo, fissato a 40 milioni per ogni edizione. Kosmos ha capito che la cifra era esorbitante visti gli effetti che la pandemia ha provocato sul business, fenomeno molto difficile da prevedere al momento della firma dell’accordo; ma l’accordo c’è ed è stato sottoscritto dalle parti, e di questo è forte la ITF. Il contratto prevedeva una durata di 25 anni e un investimento fino a 3.000 milioni di euro, una somma di denaro incredibile, che subito la maggior parte degli analisti aveva considerato “fuori mercato e irrealizzabile”.
    Le cifre effettivamente versate all’ITF nel 2021 sono state nettamente inferiori, visto che si è tenuto conto della situazione complicata; ma l’anno scorso si è attestato a 32 milioni e per i due successivi è stato stabilito che salisse a 36 milioni e quindi 44. Questi sono i dati ufficiali comunicati. Tuttavia da quanto è trapelato dall’ITF, per il 2022 sembra che non sia stato versato niente di quanto stabilito, e nemmeno alle varie Federazioni partecipanti alla finale (e quindi nemmeno ai giocatori che, per ora, non commentano). Compensi che adesso spettano proprio all’ITF. Oltre non è stato comunicato in merito alle richieste di danni, né da parte dell’ITF che da Kosmos. Con tanto denaro in ballo, molto probabile che la situazione non si risolva facilmente e in modo “amichevole”.
    L’ITF non ha ancora annunciato alcun nuovo partner nell’organizzazione Davis, né se prevede, a partire già da quest’edizione 2023, di assumersi nella sua interezza i costi dell’evento. Sembra invece sicuro che dal 2024 si modificherà il formato voluto da Kosmos e che ha generato tante polemiche. L’unica certezza sembra Malaga come sede della fase finale quest’anno. LEGGI TUTTO

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    Davis: Kosmos non avrebbe pagato i giocatori impegnati nelle finali 2022

    David Haggerty con Gerard Pique

    Dopo il “botto” di ieri sera, con la rivelazione (via FFT) della rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos per continuare insieme il percorso organizzativo della Coppa Davis dal 2023, arrivano le prime rivelazioni sui motivi che hanno provocato la clamorosa rottura. Come ipotizzato, il problema è strettamente economico.
    Secondo quanto riporta l’Equipe, sono state le ripetute difficoltà di pagamento di Kosmos a causare la fine della partnership. Le perdite finanziarie a carico della società di Piquè si conterebbero in decine di milioni di euro. Qualche mese fa, Kosmos avrebbe chiesto all’ITF una dilazione per pagare i 6 milioni di euro dovuti nell’immediato.
    “Kosmos è stata messa alla porta perché, come previsto da molti esperti quattro anni fa, ha perso molti soldi e non è stata in grado di pagare ciò che aveva promesso”, ha rivelato una fonte vicina al caso.
    Il buco creato sarebbe così grande da aver impedito a Kosmos di pagare quanto promesso (e stipulato via contratto) ai giocatori delle otto squadre presenti a Malaga lo scorso novembre durante la fase a eliminazione diretta della Coppa Davis (Italia, Stati Uniti, Germania, Canada, Australia, Olanda, Croazia e Spagna). Lo stesso vale per quanto dovuto al fisco. Vista la situazione di insolvenza, queste pendenze sono a carico dell’ITF, costretta ad estinguere questi debiti.
    Se così stanno le cose, si spiega facilmente come si è arrivati a quest’improvvisa e traumatica rottura, che rimescola completamente le carte in tavola e rimette in gioco il futuro tecnico ed economico della Davis. Sembra che non ci siano i tempi tecnici per cambiare formato, date e programma per il 2023 (tutto sarà a carico della ITF), ma è sicura una svolta nel 2024. Questo sarà certamente uno dei temi caldi della stagione, quel che ne sarà della Davis. Verrà cercato un altro partner a la Kosmos? O l’ITF tornerà in primo piano assumendosi in toto il rilancio della competizione?
    Oltre a queste, la vera domanda che è lecito porsi è la seguente: visto che il piano prospettato da Kosmos (valanghe di dollari di guadagni) era parso subito alquanto azzardato alla maggior parte degli analisti finanziari, come è possibile che l’ITF abbia deciso di accettare? Non devono essere ore facili per il presidente Haggerty, fautore di una rivoluzione finita davvero male…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Clamoroso: ITF interrompe con effetto immediato il rapporto con Kosmos e organizzerà la Davis 2023 in autonomia

    Coppa Davis

    Arriva una notizia clamorosa sulla Coppa Davis (di cui proprio oggi abbiamo parlato con una proposta di rinnovamento).
    La ITF ha deciso di interrompere il rapporto di collaborazione con la società Kosmos per l’organizzazione della Coppa Davis con effetto immediato. Quindi già dall’edizione 2023 la società di proprietà di Gerard Piqué, che ha prima stravolto e quindi organizzato la competizione dal 2019 con un nuovo format molto discusso, è estromessa dalla Davis. Sarà la stessa ITF ad occuparsi della gestione di questa stagione e già si parla di un formato diverso per il 2024. Per quella di questa stagione ancora non è trapelato niente.
    Erano in corso trattative per il rinnovo della partnership, che a quanto pare non sono andate a buon fine. Kosmos si lamentava dei mancati introiti, il mondo del tennis di una manifestazione che non aveva affatto convinto. Il rapporto era quindi insoddisfacente, nonostante le dichiarazioni più di facciata che altro di Haggerty, presidente ITF. Proprio Haggerty è a fine mandato e pare difficile la sua rielezione visto quanto aveva scommesso su questa rivoluzione.
    “È una grande vittoria per il tennis” esclama il presidente della FFT Gilles Moretton.
    Seguono aggiornamenti, aspettando una nota ufficiale da parte della ITF. LEGGI TUTTO

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    Haggerty (ITF): “Il nuovo formato della Davis funziona, l’abbiamo stabilizzato ascoltando i giocatori”

    David Haggerty

    C’è grande soddisfazione tra ITF e Kosmos dopo la chiusura delle finali di Coppa Davis 2022. Il Presidente dell’ITF David Haggerty ha parlato dopo la vittoria del Canada a Malaga, dicendosi felice per come l’evento si sia svolto nella stagione, con un’evoluzione a suo dire molto interessante.
    “Insieme a Kosmos, siamo riusciti a stabilizzare il formato della Coppa Davis. Funziona per i fan, per i giocatori e per il tennis. Abbiamo pensato che il format precedente creasse confusione per i giocatori. Li abbiamo ascoltati ed è per questo che abbiamo apportato dei cambiamenti. La Coppa Davis continua ad avere un ruolo unico nel tennis. Siamo lieti di lavorare insieme all’ATP a partire da gennaio. C’è stata una vera evoluzione nei 122 anni di storia della competizione”.
    Uno dei temi più interessanti della prossima collaborazione con l’ATP, è quella di introdurre punti per il ranking di singolare anche per gli incontri disputati in Davis. Molti sono favorevoli, altri contrari. Ecco il parere di Haggerty: “Visto l’accordo in essere con l’ATP c’è questa possibilità. Quello che abbiamo visto in passato è che quando giochi per la tua nazione non guardi i punti in classifica. È qualcosa che non interessa ai tennisti. È un discorso che potremmo avere in qualsiasi momento in futuro, ma entrambi pensiamo che non sia necessario”.
    Enric Rojas, CEO di Kosmos (partner dell’ITF nell’organizzazione della Davis), si è detto estremamente soddisfatto per l’affluenza di pubblico, in crescita rispetto alla precedente edizione, e del formato, che intende mantenere così anche in futuro. “È stato un grande successo di pubblico, più di 113.000 persone hanno partecipato agli incontri disputati nelle diverse sedi della fase a gironi e 63.000 qui a Malaga. L’anno scorso ne abbiamo avuti 105.000 in totale, quindi c’è stata una crescita importante. Un altro elemento importante è che il 21% delle persone che sono venute al Martín Carpena arrivano da fuori dalla Spagna e il 55% fuori dall’Andalusia. Non conosciamo ancora i dati sull’audience della Finale qui a Malaga. Tutti gli elementi stanno andando nella giusta direzione. Il nuovo formato credo debba rimanere così, non mi aspetto cambiamenti nel prossimo futuro”. LEGGI TUTTO

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    ITF annuncia novità per Davis 2022, dubbi su Abi Dhabi e ipotesi di portare i tifosi nelle sedi dei gironi

    Coppa Davis, prima edizione 1900

    Poco prima che la Russia alzasse la Coppa Davis 2021, l’ITF attraverso un comunicato ufficiale ha annunciato alcune novità per l’edizione 2022. Niente conferenza stampa, cancellata in fretta e furia, forse per salvarsi dalla valanga di critiche ricevute dopo che le voci di finale ad Abu Dhabi avevano alzato un polverone diventato ben presto tempesta. Infatti nel comunicato non si parla di Abu Dhabi, e nemmeno di dove le prossime finali di Davis saranno disputate. Però vengono annunciate altre novità, sulla falsa riga dell’edizione appena andata in archivio.
    Quattro nazioni sono già sicure di accedere alle fasi finali: le due finaliste 2021, Russia e Croazia, più due wild card assegnate dall’ITF a Serbia e Gran Bretagna. Tutte le altre nazioni giocheranno un match di qualificazione (l’Italia in Slovacchia) il prossimo 4-5 marzo, con altre 12 ammesse. Le squadre quindi passano da 18 a 16, in modo da formare 4 gironi da 4 squadre.
    Ogni girone verrà disputato una città europea, su campo indoor in cemento. Le due squadre migliori di ogni girone andranno a formare nella sede delle finali un tabellone “classico” di quarti di finale, con scontri diretti per eleggere le due finaliste che si giocheranno il titolo 2022. La sede verrà annunciata “nelle prossime settimane”. La sensazione è che vista la reazione assai negativa dall’ambiente su Abu Dhabi, Kosmos cercherà nel minor tempo possibile di trovare un’alternativa, forse ancora in Europa, o comunque un paese con una tradizione tennistica più solida. Le date per le finali sono dal 22 al 3 dicembre, con finale pertanto al sabato, per 12 giorni di gare (uno in più, rispetto agli 11 dell’edizione 2021).
    “La visione che ci siamo posti nel 2018 era quella di creare una vera coppa del mondo di tennis e dobbiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo raggiunto insieme alle prime due edizioni delle finali di Coppa Davis. Un modello a cinque città fornirà la flessibilità di programma necessaria, consentirà a un numero ancora maggiore di fan di godersi l’esperienza unica della Coppa Davis e garantirà la sostenibilità economica e commerciale della competizione”, ha affermato David Haggerty, presidente ITF.
    Enric Rojas, CEO di Kosmos Tennis, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che il format multi-sede ha funzionato molto bene quest’anno e, come anticipato, abbiamo registrato ottimi numeri di presenze sia a Madrid che a Torino. Più di 105.000 spettatori hanno visitato l’evento a Madrid e Torino, e abbiamo venduto più di 15.000 biglietti anche a Innsbruck prima del lockdown in Austria. Siamo convinti che il format che proponiamo per il 2022 renderà ancora più visibile la competizione e raggiungerà ancora più fan da tutto il mondo”.
    Secondo Haggerty la nuova fase a gironi con 4 nazioni permetterà di ritrovare “quel pubblico rumoroso e appassionato che è sempre stato la base della manifestazione”. Addirittura il boss dell’ITF ha ventilato alla BBC l’ipotesi di “portare” i fan delle varie nazioni nelle sedi in cui si disputeranno i gironi, in modo da creare in ogni sfida l’effetto che si avrebbe avuto con i classici scontri in casa/trasferta. Non ha spiegato tuttavia come.
    Staremo a vedere quale sarà la sede scelta per la finale, anche se a occhio prevarrà la logica economica e tutto si svolgerà in un paese del Golfo (basti vedere cosa accade in Formula 1…). Quest’ultima affermazione, quella di portare i fans nelle sedi, è l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di chi sta gestendo la “povera” Davis. Il fattore casa è decisivo in una manifestazione per nazioni. La passione non compra, la si coltiva con formule che aiutano e sostengono gli appassionati. Un concetto troppo ardito per chi ragiona solo con la calcolatrice e il portafoglio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO