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    Cantù, il presidente Ambrogio Molteni riceve la Stella d’Argento dal CONI

    Il CONI nazionale ha conferito ad Ambrogio Molteni, presidente dal Pool Libertas Cantù, la Stella d’Argento al Merito Sportivo. Questa importante onorificenza viene assegnata ad atleti, tecnici, dirigenti e società che si sono particolarmente distinti nel dare lustro allo sport italiano. Si tratta quindi di un importantissimo riconoscimento al lavoro che il presidente della squadra lombarda, insieme a dirigenti, tecnici e tutti i componenti dello staff, porta avanti da oltre 40 anni per trasmettere i valori dello sport, e della pallavolo in particolare, in un territorio, quello del canturino e del comasco, sì dalla lunga tradizione sportiva ma in altre discipline.

    “Sono onorato di aver ricevuto in questi giorni la comunicazione da parte del Presidente del Coni Giovanni Malagò del conferimento della Stella d’Argento al Merito Sportivo – dice Ambrogio Molteni – dopo aver già avuto 7 anni fa quella di Bronzo. Questo riconoscimento è condiviso con tutti i dirigenti, tecnici, lo staff medico e fisioterapico e i giocatori, sia attuali che passati nella Libertas Brianza, che hanno permesso per oltre 40 anni di fare sport a tanti giovani del nostro territorio, arrivando a rimanere per ben 12 anni nel secondo campionato nazionale maschile, quale è la Serie A2 Credem Banca“.

    “Come sempre – conclude Molteni – il lavoro, la passione, il cuore e la correttezza sportiva pagano, e spero che tutti coloro che hanno indossato in questi anni la maglia della Libertas Cantù conservino sempre questi principi fondamentali per la crescita soprattutto umana e caratteriale, oltre che sportiva. Da ultimo vorrei fare un ringraziamento particolare al presidente del CONI Provinciale Niki D’Angelo e a quello regionale, Marco Riva, oltre al presidente del Comitato Territoriale Fipav Lucio Amighetti“.

    Il riconoscimento verrà consegnato in occasione di una cerimonia dedicata, il cui svolgimento verrà comunicato in seguito.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Stella D’Argento al Merito Sportivo assegnata al Presidente Molteni

    E’ dei giorni scorsi la comunicazione ufficiale da parte del CONI Nazionale a mezzo lettera firmata dal Presidente Giovanni Malagò in persona: è stata conferita al Presidente Ambrogio Molteni la Stella d’Argento al Merito Sportivo.
    Questa importante onorificenza viene assegnata ad atleti, tecnici, dirigenti e società che si sono particolarmente distinti nel dare lustro allo sport italiano. Si tratta quindi di un importantissimo riconoscimento al lavoro che Presidente, Dirigenti, Tecnici e tutti i componenti dello Staff portano avanti da oltre 40 anni per trasmettere i valori dello sport, e della pallavolo in particolare, in un territorio, quello del canturino e del comasco, sì dalla lunga tradizione sportiva ma in altre discipline.
    “Sono onorato di aver ricevuto in questi giorni la comunicazione da parte del Presidente del Coni Giovanni Malagò del conferimento della Stella d’Argento al Merito Sportivo, dopo aver già avuto 7 anni fa quella di Bronzo – dice il Presidente Ambrogio Molteni –. Questo riconoscimento è condiviso con tutti i Dirigenti, Tecnici, Staff medico e fisioterapico, e Giocatori, sia attuali che passati nella Libertas Brianza, che hanno permesso per oltre 40 anni di aver fatto fare sport a tanti giovani del nostro territorio potendo arrivare a rimanere per ben 12 anni nel Secondo Campionato assoluto di Pallavolo Maschile, quale è la Serie A2 Credem Banca. Come sempre il lavoro, la passione, il cuore e la correttezza sportiva pagano, e spero che tutti coloro che hanno indossato in questi anni la maglia Libertas Cantù conservino sempre questi principi fondamentali per la crescita soprattutto umana e caratteriale, oltre che sportiva. Da ultimo vorrei fare un ringraziamento particolare al Presidente del CONI Provinciale Niki D’Angelo e a quello Regionale Marco Riva, oltre al Presidente Provinciale Fipav Lucio Amighetti”.
    Il riconoscimento verrà consegnato al Presidente Ambrogio Molteni in occasione di una cerimonia dedicata, il cui svolgimento verrà comunicato in seguito. LEGGI TUTTO

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    Daniele Santarelli premiato dal CONI con la Palma d’Oro

    Di Redazione

    Un altro prestigioso riconoscimento per Daniele Santarelli: l’allenatore che ha vinto tutto con la Prosecco DOC Imoco Conegliano e con la nazionale della Serbia (prima di passare alla guida della Turchia) è stato premiato oggi nel Salone d’Onore del CONI a Roma con la Palma d’Oro al merito tecnico, il più importante riconoscimento per gli allenatori assegnato dal Comitato Olimpico. A premiare Santarelli è stato il presidente del CONI Giovanni Malagò; presente alla cerimonia anche Piero Garbellotto, presidente di Imoco Volley.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    CT azzurri a confronto, De Giorgi: “La partita più bella? La finale degli Europei”

    Di Redazione

    Il Salone d’Onore del CONI a Roma ha ospitato questa mattina “Allenare l’Azzurro, CT a confronto“, la tavola rotonda che ha visto protagonisti gli allenatori delle nazionali di quattro diverse discipline: Roberto Mancini (calcio), Gianmarco Pozzecco (pallacanestro), Ferdinando De Giorgi (pallavolo) e Alessandro Campagna (pallanuoto). Presenti il presidente del CONI Giovanni Malagò e il segretario generale Carlo Mornati, insieme al ministro dello Sport Andrea Abodi e al presidente della FIP Giovanni Petrucci, ideatore dell’evento.

    “Il dato centrale che voglio sottolineare oggi – ha detto Abodi – è il valore della maglia azzurra, per la ricaduta positiva che può avere su chiunque si avvicini allo sport. Lealtà, correttezza e probità, sono questi i principi a cui sempre dobbiamo fare riferimento, a maggior ragione quando rappresentiamo il nostro paese. La presenza oggi qui di quattro CT straordinari risponde a questa esigenza, perché al di là dei successi è la modalità con la quale loro si comportano, si presentano e ci rappresentano ad essere vincente“.

    Tra i temi dell’incontro la gestione del gruppo post-Covid, sulla quale De Giorgi ha dichiarato: “Fortunatamente noi italiani nelle emergenze ci dimostriamo sempre molto bravi. Nel mio caso ho cercato di mantenere un clima di fiducia aumentando la concentrazione sul fare le nostre cose, evitando di guardare troppo avanti. Riportare l’attenzione quotidiana sul campo ci è servito davvero tanto“.

    Poi un argomento particolarmente caro al CT della nazionale di pallavolo, quello del cambio generazionale e della fiducia ai giovani: “Un allenatore della nazionale – ha detto De Giorgi – deve saper mediare tra l’urgenza del risultato e la programmazione a lungo termine. Riconoscendo le potenzialità di un gruppo così giovane, ho dato loro un’opportunità e creato l’ambiente giusto per metterli nelle condizioni migliori. Associare il concetto di rischio al lancio di un giovane è fuorviante: quando giocavo mi dicevano sempre che mi mancavano 5 centimetri per diventare un grande alzatore. Mi disturbava pensare che chi mi parlava non notava i miei pregi ma si soffermava su una lacuna. Ecco, quando guardo i miei giocatori mi concentro sulle loro potenzialità, non sui difetti“.

    Il problema del ricambio è particolarmente sentito nel calcio: “Dobbiamo cambiare mentalità, fare in modo che ragazzi di 18 anni possano avere la possibilità di competere ai massimi livelli, un po’ come è successo a me. La fatica nel trovare giocatori validi è anche legata alla scelta diffusa di ingaggiare tanti stranieri, anche se ora a differenza degli anni 80 raramente arrivano in Italia elementi capaci di fare la differenza” ha ricordato Mancini. E Campagna ha aggiunto: “Ai nostri ragazzi dobbiamo dare obiettivi precisi e strumenti per raggiungerli. Ma non a 23 anni, a 18, quando la crescita fisiologica è già completata“.

    I quattro CT hanno poi detto la loro sul tema della costruzione e dell’utilizzo dello staff tecnico: “Uno staff che funziona – ha spiegato De Giorgi – è il motore del miglioramento, individuale e di squadra. Nel mio gruppo di lavoro ho inserito anche un pedagogista, perché credo sia fondamentale dare gli strumenti giusti ai giocatori in tanti ambiti diversi. Alcune figure sono strategiche, penso ad esempio al fisioterapista che ha un contatto quotidiano e confidenziale con gli atleti. Se non c’è un allineamento col resto dello staff, c’è un problema non da poco. Nel mio gruppo di lavoro ci si ascolta e si decide insieme, certamente nel rispetto delle singole competenze“.

    Particolarmente significative anche le risposte degli altri tre allenatori: “Agli ultimi Europei non eravamo la squadra migliore, se abbiamo vinto è anche grazie allo splendido lavoro di equipe che abbiamo confezionato dal primo giorno di raduno. Tutti insieme” ha detto Mancini. Poi la rivelazione di Campagna: “Ricordo che dopo le Olimpiadi di Rio chiesi alla Federazione di non aumentare il mio compenso ma quello dello staff che mi aveva accompagnato in quel bellissimo viaggio“. E infine la battuta di Pozzecco: “Io ho elaborato una tecnica tutta mia per offrire visibilità ai miei assistenti, quella di farmi espellere spesso! Su dieci partite ne hanno vinte nove e io quando sono loro i protagonisti di un successo sono ancora più contento“.

    In chiusura dell’incontro ai quattro protagonisti è stato chiesto di ricordare la partita alla quale sono più legati da CT della nazionale. In parte sorprendente la risposta di De Giorgi: “La finale dell’Europeo con la Slovenia, una partita complicatissima contro una squadra esperta e navigata. Ci siamo ritrovati a inseguire ma abbiamo tenuto botta e alla fine l’abbiamo spuntata. Mi piace giudicare la qualità del nostro lavoro nelle difficoltà, non quando le cose vanno bene“.

    All’evento hanno partecipato per la Federazione Italiana Pallavolo il presidente Giuseppe Manfredi, i vice presidenti Adriano Bilato e Luciano Cecchi, il segretario generale Stefano Bellotti.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Change the Game, si intensifica la lotta agli abusi: sede, sportello, spot e mostra

    Di Paolo Annoni Per i lettori di Volley NEWS il progetto “Ti Ascolto” ideato da Consorzio Vero Volley e Change the Game è qualcosa ormai di familiare e consolidato. Nella homepage del nostro sito c’è un banner che vi porta al modulo per segnalare in forma anonima casi di abusi e di violenza e a tutte le informazioni sull’iniziativa contro gli abusi nel mondo dello sport. Abbiamo chiesto alla presidente di Change the Game, Daniela Simonetti, giornalista e scrittrice pluripremiata, quali siano gli ultimi sviluppi della realtà e i progetti per il prossimo futuro. Ne è nata una lunga e formativa chiacchierata, che ora vi raccontiamo ora in due “puntate”: la prima oggi e la seconda domani. Perché il progetto intrapreso da Daniela, con il sostegno diretto di Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, è come un grande albero, sul quale sono cresciuti molti rami, e ciascun ramo ha iniziato a dare i suoi frutti. Foto Premio Internazionale Città di Como “Diciamo che più che un albero con dei frutti, io ed Alessandra, oggi, possiamo parlare di miracoli – spiega Daniela Simonetti – siamo sempre in movimento. Per quanto riguarda la fase progettuale e anche fisica, di Change the Game, visto che a breve potremo inaugurare la nostra sede all’interno dell’Arena di Monza. Si tratta di un luogo con un potente valore simbolico. Change the Game dentro un grande palasport. Servono del resto segnali concreti, affinché venga combattuta e condannata ogni tipo di violenza in ambito sportivo“. L’approccio dell’associazione si fonda su valori positivi e di prevenzione. Attraverso percorsi formativi con gli allenatori, ad esempio: “In settembre avvieremo un primo corso. Stiamo giocando d’anticipo anche rispetto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dobbiamo unire nella formazione allenatori, famiglie e atleti, ovvero i principali attori dello sport” spiega sempre Daniela Simonetti. “Stiamo parlando di un progetto che non ha precedenti in Italia. Parlare a tutti e non soltanto a una categoria, ha una forte spinta positiva e propositiva. Non si vuole e deve criminalizzare nessuno. L’allenatore non è sul banco degli imputati, anche sovente è proprio il coach al centro di casi di abusi e violenza. Noi cerchiamo di fare cultura sportiva e sociale e non solo repressione“.  All’attività da remoto, avviata con lo sportello telematico “Ti Ascolto” in collaborazione con il Consorzio Vero Volley, si unisce un secondo importante progetto in presenza: a Milano è infatti prevista l’apertura del primo sportello di ascolto. “Partiamo da Milano, con uno sportello fisico – spiega la presidente – anche alla luce delle numerose segnalazioni di abusi ricevute a livello telematico. Se c’è una cosa che mi ha molto colpito è il fatto che tutte le denunce ricevute avevano un fondamento. Le stiamo seguendo una ad una. Non riguardano un solo sport, spaziano dalle arti marziali, al volley, dal nuoto alla ginnastica. Credo siano elementi che devono fare riflettere. Queste famiglie si sono rivolte a noi a ragion veduta, nella consapevolezza di aver individuato un soggetto che abbia la capacità e la forza di sostenerle nel difficile percorso che prevede la denuncia di un abuso. Noi siamo innanzitutto delle persone che sanno ascoltare. Non per nulla io ed Alessandra abbiano battezzato lo sportello: Ti ascolto“. Lo sportello in presenza nasce dal serrato dialogo tra Change the Game e il Comune di Milano: “Anche la vicinanza con le istituzioni, tutte, ha un forte valore simbolico. Lo spiegheremo in settembre all’inaugurazione dello sportello. Queste vittime, queste persone fragili, non solo vanno ascoltate, ma devono sentire la solidarietà e il coinvolgimento delle istituzioni. Troppo spesso le vittime di abusi si sono sentite prima ingannate e violate e poi cancellate e dimenticate da tutti“. Per quanto riguarda il prezioso lavoro svolto con le Federazioni sportive, Change the Game ha intensificato i colloqui con la FIFA, per realizzare la prima realtà a livello mondiale in tema di abusi sfruttando l’expertise italiano. L’associazione sta collaborando anche con la Federcalcio a livello nazionale in particolare con contatti con l’Area di supporto psicologico del settore giovanile azzurro. “La Figc sta facendo un lavoro straordinario, che speriamo venga presto seguito da altre federazioni – commenta sempre la presidente Simonetti – Per me è stata un’esperienza a livello umano e professionale totalizzante dal punto di vista dell’impegno, dell’interesse e della qualità. Faccio parte della Commissione tutela dei minori. Un tavolo attivo e operativo, che è in grado di dare un forte segnale a tutto lo sport“. La proposta è di istituire un osservatorio triennale per il monitoraggio del fenomeno di tutti i tipi di violenza: sessuale, psicologia e fisica nello sport. La fenomenologia fino ad oggi non è infatti mai stata analizzata a livello quantitativo e qualitativo. “La speranza è che già entro dicembre si possa ragionare su dati oggettivi per costruire delle politiche più specifiche per combattere ogni forma di violenza. Prima di tutto è necessario comprendere la dimensione del fenomeno. Se dobbiamo basarci sull’esperienza di questi primi mesi di sportello telematico, i numeri sono già drammatici. Da quando abbiamo fondato l’associazione sono arrivate un centinaio di denunce. Ora si deve giungere a interventi mirati. Abbiamo individuato le possibilità di intervento da parte della Giustizia sportiva, un primo pacchetto di proposte ha già avuto l’accoglimento da parte del CONI“. Change the Game si batte, in particolare, affinché qualsiasi tesserato che venga riconosciuto nei tre gradi di giudizio colpevole di un abuso venga radiato a vita dalle Federazioni: “Adesso questo non avviene. Ci sono tesserati con condanne definitive per abuso sui minori, che sono passati ad esempio da uno sport all’altro. Sono ancora a contatto con dei bambini o dei ragazzi” spiega la presidente. Change The Game ha chiesto di rendere obbligatoria la presentazione dei certificati penali anche per alcune figure che lavorano nello sport. Oggi la legge non lo prevede e spesso ai contratti viene allegata soltanto un’autocertificazione: “La giustizia sportiva deve adeguarsi a quella che è una nuova emergenza. Si devono affilare le armi per una tutela reale delle bambine e dei bambini nello sport – dice ancora – ma si deve lavorare anche in altre direzioni. Pensiamo ad esempio a una task-force di professionisti dedicati a queste vicende, che vanno affiancare le Procure federali nei casi che richiedono competenze specifiche. La guerra contro gli abusi non è una battaglia che si vince in un giorno solo. Servono rigore, organizzazione, tempo e pazienza“. E serve anche la mano tesa da parte della politica. Politica che fin dai primi passi di Change The Game, non si è rivelata affatto sorda. Basti pensare che grazie a un progetto del Dipartimento della Famiglia il prossimo 18 settembre verrà girato a Milano il primo spot televisivo sociale sul tema. Lo spot sarà diretto dal regista monzese Claudio Casazza, da tempo impegnato anche su temi sociali. Un altro messaggio potente dedicato all’ambito sportivo. Verranno coinvolti nello spot atleti di volley, di baseball e softball, ed è in corso un dialogo anche per il coinvolgimento della Federugby. Prevista pure la realizzazione di una mostra fotografica con protagonisti tutti i bambini che prenderanno parte allo spot televisivo. “Sono tutti segnali importanti di collaborazione tra i vari sport, dal calcio, con il quale abbiamo trovato piena convergenza, a discipline molto diverse, ma purtroppo non immuni da possibili casi di violenza. Stiamo lavorando tantissimo anche con l’estero, per allineare l’Italia e altri Paesi del mondo grazie al collegamento e al coordinamento della FIFA. Si deve sempre prendere spunto da quello che fanno gli altri. L’esempio deve essere di stimolo per fare meglio, fare rete ed avere maggiore forza. Si è visto già nell’esperimento dell’osservatorio sulla parità di genere. Lo stesso modello va replicato sul tema degli abusi sessuali sui minori. Tema che purtroppo il mondo ha finora un po’ oscurato e che necessita di essere illuminato con una luce nuova anche nel mondo dello sport. E noi stiamo lavorando tantissimo anche in queste ore, anche in questo mese di agosto affinché tutto possa partire a breve“. Stretto il dialogo anche con il prefetto savonese Ugo Taucer, Procuratore generale dello Sport all’interno del CONI. Taucer ha chiesto a tutti i procuratori Federali di non applicare più nella giustizia sportiva la formula del patteggiamento senza incolpazione. Il classico colpo di spugna che lascia la vittima violata ancora più sola e il colpevole del reato senza neppure una menzione. Alcune Federazioni non hanno però ancora recepito questa indicazione. Change the Game auspica una collaborazione ancora maggiore con i centri antiviolenza, come sottolineato dal presidente del Cipm (Centro italiano per la promozione della Mediazione), il criminologo Paolo Giulini. (Il seguito dell’intervista a Daniela Simonetti sarà online da domani, venerdì 5 agosto) LEGGI TUTTO

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    Questione professionismo: “Il calcio femminile sì, Paola Egonu no?” Per Malagò è discriminazione

    Di Redazione Dal 1° luglio 2022, il calcio femminile in Italia diventa professionistico. Una decisione storica, presa dal Consiglio Federale della FIGC lo scorso 26 aprile. Una decisione che potrebbe aprire le porte ad altre discipline e chiudere una questione aperta da anni. Ma anche una decisione che crea non pochi dubbi a, primo fra tutti, Giovanni Malagò. Il presidente del CONI, come riporta il Corriere dello Sport nella edizione odierna, infatti, solleva un paio di problematiche che il calcio femminile, inteso come professionismo, crea. Innanzitutto, come in ogni contesto, sono i soldi il motore dietro qualsiasi macchina: “Complimenti alla Federcalcio, ma c’è un problema: i fondi stanziati non sono sufficienti neppure per la prima stagione e dunque tutto va a carico delle società. Molti fanno fatica ora già senza obblighi contributivi, figuriamoci col professionismo”. Il dubbio che molte società possano fallire è portato avanti anche dallo stesso Gravina, presidente della FIGC. Nel 2020 è stato creato un fondo triennale di 12 milioni atto a sostenere gli sport femminili che volessero passare al professionismo, ma: “12 milioni sono un supporto, ma non risolvono il problema. Chiediamo concretezza al governo, perchè il processo è costosissimo”. In secondo luogo, Malagò parla di discriminazione. L’Italia è una fucina di talenti in molti sport e le competizioni iridate della scorsa estate, Europei e Olimpiadi, lo hanno dimostrato. Il Bel Paese ha portato a casa decine di medaglie, in decine di competizioni, tanto maschili quanto femminili. Ma l’argomento del professionismo potrebbe creare una spaccatura nell’universo femminile che per Malagò risulterebbe inaccettabile: “Con tutto il rispetto, perché la 21° calciatrice del Tavagnacco deve essere professionista e atlete del calibro di Federica Pellegrini, Paola Egonu e Sofia Goggia no? È impensabile”. Inoltre, nella pallavolo neanche la maschile è tutelata dal professionismo e di questo si dibatte da anni. La soluzione potrebbe essere quella di aprire al professionismo anche le altre discipline? E come conciliare questa soluzione con il problema della mancanza di fondi? Alla luce di queste domande, la questione del professionismo sembrerebbe ben lontana dall’essere risolta. LEGGI TUTTO

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    Malagò (CONI): “Djokovic agli Internazionali d’Italia? Assolutamente no”

    Giovanni Malagò

    Il n.1 dello sport italiano, Giovanni Malagò, ha espresso la sua totale contrarietà alla possibilità che il n.1 del mondo Novak Djokovic possa giocare a Roma gli Internazionali BNL d’Italia da non vaccinato. Questo ha dichiarato il Presidente del CONI: “Se è giusto che Djokovic partecipi agli Internazionali di tennis a Roma da non vaccinato? Assolutamente no. Perché ammesso e non concesso che uno si faccia la doccia in un camper, che mangi e dorma da solo e in situazioni di fortuna, è il messaggio che è sbagliatissimo. Ogni giorno ricevo mail di mamme e papà imbufaliti per il fatto che i loro figli non possono fare sport per le regole sul green pass. Spiegatemi come facciamo a dire a queste persone che c’è una legge dello Stato che impedisce di fare sport ai loro figli e invece autorizza chi viene dall’estero“.
    Un parere a dir poco autorevole, che va in direzione totalmente opposta a quanto aveva affermato Valentina Vezzali, ex campionessa olimpica nella scherma e oggi impegnata in politica come sotto segretaria con delega allo sport.
    Mancano ancora oltre due mesi agli IBI22, ma la faccenda sicuramente farà ancora molto discutere. Djokovic ha affermato a Dubai che non crede di poter giocare i Masters 1000 americani di primavera, visto che negli USA potrebbe entrare solo se vaccinato. LEGGI TUTTO

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    Premiati dal CONI i giornalisti Flavio Vanetti e Giorgio Marota

    Di Redazione Si è svolta oggi nel Salone d’Onore del CONI la cerimonia annuale per la consegna dei Premi Letterari e Giornalistici CONI. La cerimonia, alla presenza del presidente Giovanni Malagò e del segretario generale Carlo Mornati, ha visto la partecipazione di Paolo Garimberti, presidente del Concorso Letterario, di Giulio Anselmi, presidente del Racconto Sportivo, di Mimma Calligaris, vicepresidente vicario dell’USSI, e di Ivana e Daniele Tosatti, moglie e figlio dell’indimenticato Giorgio, cui è intitolato il Premio speciale “Una penna per lo sport”. Tra i premiati figurano due colleghi particolarmente legati al mondo della pallavolo: Flavio Vanetti, storica firma del Corriere della Sera, secondo classificato nella sezione Narrativa con il libro “Tonfi e trionfi” edito da Minerva, e Giorgio Marota, giornalista del Corriere dello Sport e ufficio stampa della Fipav Lazio, che si è aggiudicato il premio CONI-USSI 2021 nella sezione Under 35. Ai due colleghi vanno le sincere congratulazioni della redazione di Volley NEWS. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO