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Fabrizio Ornago: “Livello tra Challenger e Futures è molto diverso. Troppi costi per una carriera Pro” (AUDIO)

Fabrizio Ornago nella foto

Fabrizio Ornago è stato ospite di Luca Fiorino, telecronista di SuperTennis TV, nel podcast “Tennis ai tempi del Coronavirus”: il ventottenne italiano, attuale numero 413 del ranking ATP in singolare (miglior classifica di n.355, raggiunta nel novembre 2018), ha trattato una serie di argomenti piuttosto interessanti, dalla sosta forzata causa Coronavirus alle problematiche economiche e di organizzazione relative ai tornei del circuito “minore”, soffermandosi anche sulle difficoltà di programmazione a lungo termine per un tennista a ridosso della Top-400.

I miglioramenti e l’obiettivo Challenger: Penso di dover migliorare molto in risposta, quando non trovo continuità faccio molta fatica. Prima della pausa stavo lavorando molto su questo aspetto con il mio allenatore. Ad inizio anno, ci sono state partite in cui ho espresso un livello di gioco molto alto, ma col passare delle settimane ho fatto più fatica. I Challenger che ho giocato sul cemento erano tutti in altura, a parte Bergamo: non vedevo l’ora di iniziare a giocare Challenger sulla terra per mostrare le mie capacità ed i miglioramenti visti in allenamento“.

Le differenze tra Challenger e Futures: Nei Futures il tennis è un po’ più casuale, le giocate sono più istintive. Nei Challenger ci sono più schemi e maggior fisicità, adesso sono stati introdotti anche i cronometri per evitare perdite di tempo: nei Futures non è ancora così, c’è chi perde tempo per raccogliere palline o asciugamani e i giudici di sedia non sono molto severi. Il livello è molto diverso anche per questo motivo“.

I costi di una carriera internazionale:Noi paghiamo 250$ per iscriversi alla players zone, l’IPIN dell’ITF costa 65$, ogni torneo 40$. In un anno si arriva facilmente a spendere €1.000 solo per giocare, poi vanno aggiunte le tasse: sono tante spese che, forse, si potrebbero anche evitare. Hanno deciso di ridurre il numero di tennisti nelle qualificazioni e ora fanno pagare la tassa d’iscrizione anche ai giocatori nel main draw; personalmente, credo che ATP e ITF dovrebbero creare dei codici sconto con le principali compagnie aeree. Sui voli di ritorno, che non sappiamo mai quando comprare perché dipende dall’andamento dei tornei, le cifre spesso sono altissime, anche €250 per rientrare dalla Turchia. Paghiamo tante tasse e non capisco perché si debbano pagare sia all’estero che in Italia“.

I punti assegnati dai tornei “minori”: Nei Futures può succedere di tutto, ci sono turni in cui magari c’è da sfidare un giocatore molto forte con in palio un solo punto oppure altri in cui si giocano due partite consecutivi con avversari di basso livello. Spesso capita lo stesso contro le wild card in alcuni tornei Challenger. La riforma è stato un accontentino, con un ranking unico chi vince tanto a livello Futures può raggiungere chi vince poco a livello Challenger: se si vuole arrivare a giocare questi tornei, c’è da vincere tanto nei Futures. Io sono nel limbo tra l’entrare e il restare fuori dai Challenger, non è semplice neanche dal punto di vista della programmazione. Ci sono molti fonti di stress da saper gestire, alcune situazioni vanno risolte solamente all’ultimo minuto“.

La ripresa delle attività: Dovrebbero riaprire tutti i confini, ma non penso avverrà in breve tempo. Spero di poter giocare la Serie A, dove ci sono comunque alcuni stranieri ma non così tanti. Se devo cominciare a viaggiare in giro per l’Italia per fare tornei Open, non so quanto ne valga la pena: l’organizzazione che sta pensando al circuito MEF è di ottimo livello, faranno sicuramente le cose nel modo migliore“.

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Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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