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Nuovo codice della strada, automobilisti messi all'angolo

L’hanno approvato definitivamente in legge alla Camera, il Decreto Semplificazione che si portava dietro alcune modifiche sostanziali al Codice della Strada. Pochissime corrette, quasi tutte distorte e  senza senso. Novità che complicheranno invece di semplificarla la vita degli automobilisti. Per quella tendenza punitiva nei confronti dei cittadini che utilizzano l’auto per vivere, lavorare, muoversi.

Caos multe

La modifica al Codice della Strada che sa tanto di demonizzazione è quella che prevede l’autorizzazione – soggetta al parere del Prefetto – di installare apparecchi fissi per il controllo della velocità, cioè gli autovelox, sulle strade urbane, nei quartieri delle nostre città. E anche in quelle locali dove il limite è di 30 km/h. Una norma che rischia di generare valanghe di multe e ricorsi. Ma l’art. 12 bis riesce a fare ancora peggio, perché consente ai dipendenti dei Comuni e delle società per la gestione della sosta di accertare le violazioni in ambito urbano con “poteri speciali” estesi anche ai dipendenti delle municipalizzate (come trasporti urbani o imprese per la raccolta dei rifiuti) solo nei casi “connessi all’espletamento delle predette attività“. Accertamento possibile con ‘’tecnologia digitale e strumenti fotografici’’ da parte di persone senza precedenti penali e dopo il superamento “di una adeguata formazione’’. Allucinante.

Bici contromano, i rischi

La dimensione integralista del decreto riemerge ancora più evidente nell’articolo che consente alle bici di circolare contromano! Lo faranno unicamente su strade urbane con limite a 30 km/h o nelle Ztl e “indipendentemente dalla larghezza della carreggiata, dalla presenza e dalla posizione di aree per la sosta veicolare e dalla massa dei veicoli autorizzati al transito’’.

In più, oltre alla ridefinizione della corsia ciclabile – che potrà essere impegnata anche da altri veicoli come i bus o attraversata – debutta la cosiddetta strada urbana ciclabile. Ha un’unica carreggiata, banchine pavimentate e marciapiedi, con limite di velocità non superiore a 30 km/h. In questa situazione, manco a dirlo, la priorità è per i velocipedi. Precedenza alle bici anche nelle strade urbane a senso unico in cui è consentita la circolazione a doppio senso ciclabile.

Tra tante nefandezze, qualche cosa giusta: ammessa la circolazione alle targhe straniere, la regolamentazione della sosta negli spazi per la ricarica delle auto elettriche, da liberare un’ora dopo il termine dell’operazione, mentre è caduto il divieto per Taxi e NCC che ora potranno utilizzare anche vetture a noleggio a lungo termine e non solo quelle in leasing. Altra cosa positiva, l’abolizione del divieto di circolare in autostrada con moto a tre ruote da 250 cc. Troppo poco.

Pioggia di critiche

Che sia una situazione che va ben oltre il paradosso, lo confermano le parole del Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, critico su tutta la linea. “L’ACI è sempre soddisfatta quando il Legislatore si occupa di sicurezza stradale soprattutto se teso a semplificare. In questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta. Riteniamo un errore scrivere nel Codice della Strada che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio. Non ci sembra corretta anche la possibilità di installare autovelox perfino sulle strade locali con limite orario di 30 Km/h. L’autovelox è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi e guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato, come previsto dalla legge”.    

Ancora più negativo Sticchi-Damiani sulla deriva… ciclistica della mobilità cittadina: “Restiamo infine, fermamente contrari alle bici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore. Inoltre, sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere sempre la precedenza, andare contromano, appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha un forte effetto diseducativo. Alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale!”.

Chiusura con i fuochi d’artificio: “Ci auguriamo non sia vero che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli. E che la proposta riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico. Non ci si può sostituire alla Polizia Municipale”.

A quando la rivoluzione?


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


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