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Figc, Gravina punta alla presidenza

ROMA – “L’incontro è andato bene, da parte di Giorgetti abbiamo trovato grande collaborazione. Abbiamo ribadito e confermato in modo compatto come andare avanti con il 73%, è ovvio che se altri vorranno partecipare saranno graditi. Si è discusso in generale, ci siamo aggiornati alla settimana prossima”. E’ quanto affermato dal presidente della Lega nazionale dilettanti, Cosimo Sibilia, all’uscita dall’incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti. ”Non si è discusso di candidature, abbiamo parlato di questioni che riguardano il percorso elettorale. Abete? Il candidato farà parte del 73% della coalizione che dal 18 maggio ha chiesto le elezioni a Fabbricini. Io sono uno dei tre candidati del 29 gennaio e avevo un programma; su questi programmi faremo un’ulteriore riflessione e poi faremo un programma che sarà complessivo”, prosegue Sibilia. “Io sono assolutamente convinto che la Serie A debba dare un contributo così come le altre componenti: rappresentiamo il 73%, è ovvio che l’aspirazione massima è portare tutti a condividere un percorso -conclude il n.1 della Lnd-. Nuove regole? Sul percorso elettorale dobbiamo fare ancora delle riflessioni, ci sono questioni da approfondire come quelle che sono state oggetto degli ultimi comunicati ufficiali del commissario straordinario: abbiamo molte, tante perplessità”.

“Sibilia o Gravina presidente Figc? Non ne abbiamo parlato, ma tranquilli che il 22 ottobre avremo un presidente. La fumata bianca arriverà con la condivisione di tutti e con la scelta da parte nostra. Nessuno esclude nessuno e nessuno vuole escludere nessuno, noi stiamo lavorando con serenità e tranquillità”. E’ quanto ha dichiarato il presidente dell’Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi. “Oggi è un momento importante perché finalmente c’è la certezza che il 22 ottobre si voterà, c’è la certezza che il nostro 73% è sempre più stabile e si lavora con grande entusiasmo e serenità -ha evidenziato Nicchi-. Dopodiché il tavolo è aperto per tutti, lo scopo nostro è quello che eventualmente si possa arrivare al 100% includendo anche Lega A, Lega B e allenatori”. “Serviva il commissariamento per ricompattare? Io ne avrei fatto a meno, forse tutti ne avremmo fatto a meno. Poi il commissariamento ce lo siamo meritato visto che a gennaio non siamo riusciti ad eleggere un presidente. Il commissariamento era dovuto, però secondo me è durato troppo. Comunque siamo sempre stati attenti a non cadere in provocazioni e a non accettare tipi di confronto che non sono democratici. Adesso davanti a noi abbiamo tanto lavoro da fare e lo faremo”.

“Con Giorgetti abbiamo parlato di politica sportiva. Ci siamo presentati al sottosegretario come un gruppo molto compatto. Abbiamo trovato una intesa fondamentale sui contenuti, individuato un metodo di lavoro che avevamo smarrito e oggi siamo uniti e consapevoli del fatto che noi dobbiamo comunque dare alla federazione una governance eletta democraticamente”, parole di Gabriele Gravina, leader della Lega Pro. “Di nomi non abbiamo parlato, ma non c’è nessuna ipotesi di conflitto – spiega Gravina -. Noi insieme vogliamo trovare non il nome del presidente, ma una governance compatta. Bisogna essere corretti e trovare i giusti equilibri con le altre componenti che fino a questo momento sono risultate assenti o escluse, quindi bisogna parlare con tutti, con Lega di Serie A, di B e con gli allenatori, e alla fine tireremo le somme. Chi avrà il maggiore e migliore consenso per portare avanti questo progetto sarà il presidente federale, e determinerà regole e dettagli per questa nuova governance”. “Il commissario Fabbricini? Probabilmente non ha maturato in così breve tempo l’esperienza per poter indicare la strada giusta per poter riformare il calcio italiano. Ora dobbiamo lavorare sui progetti, poi se sarà necessario faremo altri incontri anche col sottosegretario. Il processo di rinnovamento passa attraverso una logica di sistema, se le singole componenti vanno avanti a strappi il calcio italiano non crescerà mai. La madre di tutte le battaglie, come anche sottolineato dal presidente del Coni, sarà la riforma dei campionati – aggiunge il presidente delle Serie C -. Oggi ci sono tanti problemi da affrontare, come la riforma delle licenze nazionali, e poi insistere sull’aspetto della riduzione del mondo professionistico con l’introduzione del semiprofessionismo. Bisognerà poi cominciare anche a discutere di una mini-percentuale che ci spetta dal settore delle scommesse, come avviene nello sport francese”. “Il mio percorso è stato difficile” ha detto il commissario Fabbricini, al quale Malagò ha fatto un pubblico ringraziamento. “Senza riforma dei campionati il sistema non regge, serve maggiore coesione fra le componenti” ha detto il presidente di Coni Servizi.

“Oggi la Figc sta in piedi grazie ai soldi della Lega Serie A e ai contributi del Coni, penso sia giusto trovare una condivisione altrimenti i problemi restano dietro l’angolo”. Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando delle prossime elezioni della Figc in programma il 22 ottobre. “Non so se si riuscirà a trovare una sintesi su una candidatura il più possibile unitaria, ma me lo auguro. Sarebbe una cosa di buonsenso. Un presidente deve essere un presidente di tutti. Chi segue solo un discorso esclusivamente di tutela della categoria che lo ha votato, vince la partita ma è impossibile che poi vinca anche la battaglia”, aggiunge il capo dello sport italiano parlando a margine della Giunta Coni di oggi. Malagò osserva che “la Figc oggi ha un sistema elettivo unico al mondo, vota per blocchi (le componenti, ndr) e quando si viene eletti è umano e forse anche legittimo rispettare il blocco che ti ha votato. Come si può pensare che il sistema possa andare bene se hai questo tipo di umana inclinazione?”. Parlando della data scelta per le elezioni il numero uno del Coni sottolinea che “il 22 ottobre era la prima data utile per tutta una serie di ragioni, è stata concordata questa impostazione con il sottosegretario Giorgetti, si va a votare con lo statuto vecchio ma con tutte le regole nuove. Tutto concordato con il governo per emanare un regolamento federale che rispettasse i doveri imposti dalla legge n.8”. Intanto oggi i quattro ribelli (Gravina, Sibilia, Tommasi e Nicchi) sono stati ricevuti dal sottosegretario Giorgetti. Nicchi ha vinto la sua battaglia, gli arbitri voteranno. “Ma questa sarà l’ultima volta che gli arbitri voteranno. Questo perché si voterà con il vecchio statuto, che prevede che gli arbitri votino. Il nuovo regolamento elettorale prevede che sia l’ultima volta e questa è la dimostrazione che non era giusto che votassero”, parole di Malagò. “Questa decisione è stata condivisa con il governo. L’Esecutivo sul tema degli arbitri ci ha detto di comportarci in armonia con la Fifa e alla Fifa non interessa se gli arbitri votano oppure no. Non voteranno più, almeno che il nuovo presidente federale con maggioranza qualificata imponga di nuovo il voto con un’assemblea straordinaria”, ha aggiunto Malagò, rivolgendosi in particolare al presidente della Federnuoto, Paolo Barelli. “Forse se si fosse evitato di fare una riflessione sui principi informatori, su cui tu hai votato contro, sarebbe passata una versione molto più favorevole alle Federazioni”.

Gravina e c. volevano andare alle elezioni con le regole vecchie, e l’hanno spuntata. Ma ora dovranno trovare un presidente “forte” al loro interno: crescono le quotazioni di Gabriele Gravina, dirigente di lungo corso che potrebbe ottenere consensi anche in Lega di serie A. Dovesse essere lui il prescelto Sibilia farebbe ancora il vicepresidente vicario come ai tempi di Tavecchio, Micciché sarebbe l’altro vicepresidente. Il dg potrebbe essere Gianni Grazioli, sindacato calciatori, che potrebbe stare bene anche al Coni. Tommasi avrebbe la responsabilità del nuovo Club Italia. E Lotito? Fuori dal consiglio federale, vista la legge sui mandati, potrebbe rientrare solo come presidente della Lega di B. Ma Balata perché dovrebbe mollare? E Lotito avrebbe i voti per essere eletto? Forse questo giro il n.1 di Lazio-Salernitana rischia di stare alla finestra, cosa che non ama assolutamente.
 


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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